E’ venerdì sera, la mia seconda ed ultima sera a Torino. Ho da poco terminato la performance con il team Garofalo allo stand Lazio, sono stanco, ho girato per ore, ho 2 buste piene di prodotti acquistati o regalati. Sto pensando se andare in albergo, se bere qualcosa con gli altri amici blogger, se fare un giro per la città, ma fuori piove.
Insomma, ci sono tutti i presupposti per una scelta di “comodo”, per fare 2 chiacchiere e riposare in vista della partenza all’alba. Poi, come spesso accade, capita all’improvviso l’occasione per rendere significativa oltre ogni aspettativa questa trasferta piemontese: Teo Musso, ideatore e creatore della Birra Baladin, vorrebbe portare alcuni foodblogger a visitare la sua azienda.
E’ una questione di attimi: capisco l’importanza dell’occasione, calcolo il tempo, la distanza, la stanchezza, l’unicità della serata ed in pochi secondi ho già capito che con grande entusiasmo dirò di sì. E’ sera, sono le 20, ho lasciato una Roma praticamente estiva e siamo nel bel mezzo di un’acquazzone. Ci attende un pulmino per andare a Piozzo, provincia di Cuneo, circa 70 km.
Il tutto inizia a prendere un po’ i contorni del romanzo, e la cosa non mi dispiace. Io, Claudia, Manila, Agnese e Paolo ci accomodiamo in fondo, come alle gite scolastiche, e non riuscendo a vedere quasi nulla fuori per il buio e la pioggia, cerchiamo di capire chi sono i nostri compagni di viaggio. Sono più grandi di noi, parlano più o meno tutti in inglese, li etichettiamo quali “turisti”. Ci vengono incontro, ci offrono una buona birra, ci salutiamo. Dopo poco scopriamo di essere in compagnia di un gruppo di esperti di birra, e capiamo di essere gli ultimi della classe.
Dopo un viaggio piuttosto lungo, durante il quale ero convinto d’essere oramai giunto in Francia, arriviamo alla fabbrica. Ma fabbrica forse non è il termine adatto, e vi spiego perchè: la storia di Baladin nasce nel 1986, con l’apertura da parte di Teo di un pub, che nel 1996 diventa “Brew-Pub” un micro-birrificio, un’innovazione che all’inizio fa perdere inspiegabilmente dei clienti, anche se quelli che restano diventano un vero e proprio zoccolo duro.
Ma la determinazione di Teo (definito dai ragazzi del suo team un “Visionario-pratico“) permette alla sua birra artigianale di sconfinare oltre Piozzo, oltre il Piemonte, ma anche oltre il semplice consumo nei pub. La birra Baladin viene proposta nei grandi ristoranti, si cerca di imporre una nuova idea, quella della birra di qualità, particolare, artigianale, ricercata, praticamente “unica”.
Il resto è storia: Piozzo rappresenta la base ed il punto di partenza, ma Baladin è presente in varie città del mondo. Il birrificio è oramai divenuto un’azienda agricola, legata ai prodotti della terra ma anche ad un certo stile produttivo. La produzione è “eco sostenibile”, da tempo infatti si cerca di produrre utilizzando energie alternative, producendo scarti che sono rigorosamente controllati; in ultimo, ma non per ordine di importanza, si utilizzano imballaggi con materiali eco-compatibili.
Questa continua ricerca ha portato anche ad un connubio tra eco-sostenibilità ed estetica: la novità del tappo in sughero e non più in plastica porta la birra artigianale ad essere elevata al livello qualitativo dei vini. Il racconto della nostra guida, tra i vari reparti, è appassionato, si capisce che dinanzi a noi c’è una persona felice del proprio lavoro.
Perchè Baladin è anche una filosofia di vita: ogni fase di creazione e produzione della birra avviene in una diversa area, ed ogni area ha il suo slogan, legato la territorio, al concetto di sostenbilità, di passione. Queste sono birre da conservate a temperature inferiore ai 30 gradi perchè sono prodotto vivo, genuino, e come tale deve essere trattato e conservato per essere gustato al meglio. C’è la Birra nazionale con luppolo 100% italiano, quella speziata, quella ad alta fermentazione.
Io ero già pienamente soddisfatto della visita, felice come un bimbo al parco giochi, ma poi scopro che è in programma anche una cena a Casa Baladin, ed allora ripenso a poche ore prima, a quando mi trovavo, stanco, al Salone, e pensavo d’andare in albergo. Mi è capitato spesso nella vita di accorgermi che “lanciarsi” ripaga. Questa è stata una di quelle volte.
Il tragitto stavolta è breve, la pioggia non da tregua ma riesco comunque a scorgere casali e piccole abitazioni davvero suggestive nella loro architettura. L’interno di Casa Baladin è fantastico, un’atmosfera elegante ma informale, le luci non abbaglianti, l’arredo ricercato fatto di pezzi unici. Spesso ho partecipato a cene con abbinamento cibo-vino diverso per ogni portata, mai mi era capitato l’abbinamento cibo-birra. La cucina (qui almeno ne capisco di più) si dimostra da subito di altissimo livello: partiamo con una Parmigiana di melanzane rivisitata (con spuma di parmigiano) abbinata alla birra ISAAC (speziata con coriandolo e buccia d’arancia), insolita nella sua forma liquida, ma molto gustosa.
Ci viene poi servito un Tortino di verdure con fonduta e uovo in crosta di pane con la birra SUPER (la prima birra in bottiglia, 8°), un piatto anche coreografico.
Si passa al primo, ed i Ravioli ripieni di coniglio e sedano rapa tostati al forno sono intensi ed in perfetta sintonia con il clima invernale della serata. La birra questa volta è la NORA (kamut, mirra e zenzero).
La portata successiva è lo Stinco di agnello con barbabietole e broccoli, così buono che mangio anche quelle di Agnese senza farmi troppui problemi. L’abbinamento proposto è con l’ELIXIR (10° ed una grande attenuazione data dal particolare lievito utilizzato di derivazione Whisky).
Un amante dei dolci come me attendeva una chiusura all’altezza per una cena così importante, ed il Tortino al cioccolato con sorbetto al mandarino ha tenuto fede alle aspettative. Degustato sorseggiando un bicchiere di XIAUYÙ (14° ad alta fermentazione, con aroma di frutta secca, canditi, ricorda il Madeira).
Finita la cena, Teo ci invita a fare un giro in cantina e qui ho come l’impressione, varcando la soglia, d’essere finito in una macchina del tempo: la cucina è praticamente ferma agli anni ’50, negli arredi, nei colori, negli utensili, tutto conservato perettamente, tutto romantico.
Il famoso bicchiere delle staffa in questo caso raddoppia, e gli assaggi sono di grande qualità. Qui ci sono birre che invecchiano in botti di rovere, alcune nelle quali giacevano vini, altre nelle quali è transitato il Laphroaig: il risultato? birre importanti, di carattere, con una struttura complessa e particolare, hanno il gusto e la forza dei distillati senza la rinomata aggressività alcolica. Una folgorazione.
Intanto è l’una passata, la pioggia non si è mai fermata e noi dopo aver salutato i ragazzi e naturalmente Teo risaliamo sul bus. Poche parole, forse per la stanchezza, sicuramente per il sonno, ma anche per rielaborare le immagini e le sensazioni provate in questo “Baladin magical tour“.
bellissima opportunità
ok…posso dire che un po'…( ma poco poco) leggendo ti ho mandato qualche imprecisata colichetta???:D
ahahahaha
bellissimo questo diario! Hai descritto bene tutto e hai fatto venir voglia di andare a vedere questo birrificio…ma soprattutto di provare questa birra!!
Maledetto!
🙂
la prossima volta…invitami!
cara la mia Cran, emergo ora da una settimana di febbre e mi mandi le colichette??? te possino! :o) scherzi a parte è stata effettivamente una bella opportunità, e la cena sorpresa la classica ciliegina sulla torta! Ciaoooo
Wow…grande oppurtinità..grazie di averci reso partecipi! 🙂
ciao Anna! grazie a te per le belle parole! ;o)
io ci tornerei a dormire a casa baladin, una chiusa in relax di alcuni giorni. Bisogna tornarci 😉
ozio e birra, abbinamento vincente! io ci tornerei, però con il bel tempo ;o)
Bellissimo reportage, sono felice per te. Anche io come te mastico più di cucina che di birra, i piatti che ti hanno proposto sono davvero fantastici, per originalità e presentazione.
Roberto Gracci
Infatti Roberto non mi apsettavo una cucina di questa qualità, per sapore e presentazione, una serata magnifica. Ciao
Bellissimo tour..grazie per averlo condiviso,io ho conosciuto questa birra di recente l'ho assaggiata da Eatly e me ne sono innamorata, c'è un ampia scelta di birre aromatizzate e sono tutte molto buone(parlo per la isaac e la super)e sinceramente conoscere la storia di questo birrificio mi fà apprezzare ancora di più il prodotto.Ciao Claudia
Ciao Claudia, è sempre bello sapere cosa c'è dietro una storia di successo, sopratutto se il segreto è la passione. Anche io ho apprezzato grazie ad Eataly questa birra, ed ora che ho visto di persona come viene prodotta e da chi, non potrò che continuare a berla! Ciaooo
Mamma mia, non sono neanche le 8 del mattino e mi hai fatto venire fame e voglia di una birra artigianale!
sarebbe la mia colazione ideale! :o) Buona giornata
Sappi che ti sto invidiandoooo :'( cavoli perchè non c'ero venerdì 🙁
quando si dice "al posto giusto al momento giusto", sono stato fortunato. Buona giornata