Quando penso al famoso “vagone ristorante” dei treni, mi torna in mente il film “Assassinio sull’Oriente Express”, con le lunghe disamine di Hercule Poirot, il detective nato dalla fantasia della scrittrice di gialli Agatha Christie. Ho sempre trovato poetica l’idea di poter mangiare in viaggio, osservando il panorama che cambia continuamente, ed anche se nel mio immaginario ci sono stoffe, moquette e camerieri in completo nero, mentre ora in treno troviamo sedili in pelle, tavolini a scomparsa e controllori con la cravatta, poter pranzare o cenare attraversando il nostro paese è ora una realtà. Da pochi giorni infatti su circa 30 Frecciarossa della flotta di Trenitalia è presente un vagone ristorante completo di cucina, nella quale verranno preparati i piatti presenti sul menu tra cui la pasta che verrà cotta a bordo. Pochi piatti, semplici, per soddisfare una esigenza dei clienti che viaggiano abitualmente, quella di poter mangiare cibi sani, una vera utopia per chi passa tanto tempo in trasferta per lavoro.
Diciassette posti a sedere disponibili su varie tratte, negli orari del pranzo e della cena, per consentire ai viaggiatori di qualunque classe (economy e business) di gustare la pasta al pomodoro, una selezione di formaggi, ma anche proposte firmate dallo chef stellato Carlo Cracco. Una iniziativa che ha richiesto grande progettualità ed un rigoroso calcolo dei tempi per effettuare i rifornimenti per la cucina nelle varie fermate che effettuano i Frecciarossa nel corso delle tratte coperte. Laboratori dislocati in alcune città, personale di terra e di bordo selezionato e formato per svolgere nel miglior modo possibile questo tipo di lavoro, gli spazi disponibili studiati ed ottimizzati per mettere a disposizione dei cuochi un luogo attrezzato. L’iniziativa ha impattato ogni singolo elemento o aspetto della filiera, dalle stoviglie alle materie prime, dal packaging dei prodotti ai tempi di produzione dei pasti, per un impatto economico complessivo che potrebbe portare un introito di circa 3,5 milioni di euro annui, somma che non sposta gli equilibri del fatturato di Trenitalia ma che rientra in una cura della soddisfazione dei viaggiatori che passa anche attraverso questo tipo di progetti.
Ho avuto la possibilità di provare il servizio in una sorta di pranzo stampa in compagnia dell’AD di Trenitalia Orazio Iacono, di Riccardo Felicetti, titolare del Pastificio Felicetti e Presidente dei Pastai Italiani e di altri colleghi giornalisti. Il mio giudizio relativo alla “prova sul campo”? interessante la possibilità di mangiare piatti semplici per chi, come me, da troppo tempo vive di pizzette ed altre strane alchimie culinarie, ben cotta la pasta, molto curato il servizio, un po’ d’ansia per bicchieri e bottiglie ma fondamentalmente direi che la prova è superata. E se dovesse iniziare a funzionare anche il WiFi…
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