Posso tranquillamente definirlo un “viaggio”. Perché il palato, ma più in generale i sensi, hanno percorso una strada lunga, piacevole, sorprendente. La cena delle “Tre Forchette 2014” non ha tradito le attese anzi, mi ha permesso di venire a contatto con nuove forme d’Arte.
La prima importante considerazione è che i 2 piatti che hanno riscosso il maggior numero di consensi in sala sono, da un certo punto di vista, il più semplice ed il più elaborato: sto parlando dello “Scampo crudo alla pizzaiola” di Antonino Cannavacciuolo e di “Lamponi 1.1” di Heinz Beck.
Ma facciamo un passo indietro, per raccontare ogni dettaglio della serata. Gambero Rosso, Città del Gusto, accoglienza al piano terra con aperitivo “TrentoDoc“. Chiacchiere, saluti, giornalisti, produttori, foodblogger, chef: ci sono tutti, il sottoscritto addirittura è in giacca e cravatta, per non essendo ad un battesimo o un matrimonio.
Alla cena sono presenti 10 tra gli Chef premiati con le “Tre Forchette“, divisi in 2 gruppi da 5 che vanno a comporre i 2 menu, quello rosso e quello blu. Mi accorgo subito di esser capitato dalla parte “giusta”, quella rossa, perché ero curioso di poter assaggiare i piatti di Cedroni, Cannavacciuolo e Beck.
Presenti anche 35 vini premiati dal Gambero: io ne ho provati 9, tra consigli della bravissima Sommelier e curiosità che volevo degustare e devo dire che nessuno di questi mi ha deluso. La cena è iniziata con la “Ricciola con salsa di porro, alghe ed alchermes” de La Madonnina del Pescatore dello Chef Cedroni. Piatto molto interessante, la ricciola cruda era molto buona e l’elemento che maggiormente mi incuriosiva, l’alchermes, si sposava molto bene con il pesce creando un connubio stimolante per il palato.
Lo “Scampo crudo alla pizzaiola” di Antonino Cannavacciuolo (Villa Crespi) ha poi illuminato la serata. Salsa di pomodoro (quasi un coulis) allungato con acqua di cottura del polpo, condita con origano per un risultato strepitoso, freschissimo, vellutato. Gli scampi crudi davano una spinta al piatto. Io e gli altri commensali già al primo assaggio ci siamo guardati come stupiti, rapiti dal piatto.
Il primo piatto era una creazione del primo ristorante sardo ad avere il riconoscimento delle “Tre Forchette“, il S’Apposentu a Casa Puddu dello Chef Roberto Petza: “Hidden piggy“, ovvero ravioli (di sfoglia sottilissima) farciti con il maialino, un piatto molto gustoso, di ottima fattura, anche se meno sorprendente rispetto a quelli che lo hanno preceduto.
E’ stato poi il turno del Devero Ristorante del Devero Hotel e di Enrico Bartolini, con “Agnello laziale con le sue animelle e cipolle rosse cotte sui carboni“, piatto con diverse consistenze e sapori, interessante e completo, che si abbinava molto bene con le proposte della nostra Sommelier.
Il dessert di chiusura ha permesso a tutti noi di poter ammirare, e fortunatamente assaggiare, la perfezione: “Lamponi 1.1” di Heinz Beck, che prende il nome dalle 11 diverse consistenze del lampone che lo Chef de La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri ha unito in un piatto che è sembrato un’opera d’arte. Salsa, meringa, spugna, coulis, lamponi interi: ogni possibile forma era presente, ogni singola consistenza percepibile, il tutto senza risultare stucchevole, come dicevo prima la “perfezione”.
Una serata fantastica, ogni appassionato dovrebbe confrontarsi con piatti di questo tipo per “tarare” il proprio palato, per capire cosa può rendere armonico un piatto, quale ingrediente o cottura o consistenza può permettergli di divenire vincente.
In chiusura vi elenco i vini che ho degustato durante la cena, in ordine di assaggio:
Franciacorta Extra Brut Vittorio Moretti Ris. ’06 (Bellavista)
Alta Langa Brut Zero Cantina Maestra ’07 (Enrico Serafino)
Cof Biancosesto ’12 (La Tunella)
Lugana Sup. Molceo ’11 (Ottella)
Nebbiolo d’Alba Cumot ’10 (Bricco Maiolica)
Galatrona ’10 (Fattoria Petrolo)
Brunello di Montalcino Val di Suga ’07 (Tenimenti Angelini)
Amarone della Valpolicella Cl. ’05 (Cav. G.B. Bertani)
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