Nella prima serata Romana a potersi veramente definire estiva, senza il passaggio dell’acquazzone simil tropicale di metà pomeriggio, si è svolta la piacevolissima degustazione dedicata ai vini rosati allestita dal Gambero Rosso sulla terrazza della “Città del Gusto”.
Il vino rosato, questo quasi sconosciuto, a volte nemmeno menzionato tra le possibilità (“gradisce un bianco, un rosso o una bollicina?”) e spesso assente ingiustificato nella carta dei vini al ristorante, si sta ritagliando ultimamente il suo spazio tra le preferenze dei sempre più numerosi estimatori del genere.
Il motivo di questa nuova tendenza, è senza dubbio dovuto agli sforzi dei produttori che negli ultimi anni stanno dedicando al prodotto rosato le attenzioni che questo genere merita, impegno che per lungo tempo è stato profuso solo nell’esclusiva ricerca del miglioramento delle più tradizionali categorie dei bianchi e rossi. Non è mai troppo tardi però per fortuna, e i produttori da qualche tempo sono impegnati anche nello sviluppo del potenziale dei vini rosati a cui dedicano la stessa ricerca e sperimentazione, col risultato di restituire al bicchiere dei vini veramente piacevoli, accattivanti e dotati di una versatilità che rende variegato il loro ventaglio di impiego.
Il Gambero Rosso, cogliendo questa tendenza, ha messo in campo una ampia selezione di questi particolari prodotti in grado di rappresentare il “Drink Pink” nelle sue diverse espressioni regionali. Molti i produttori presenti personalmente ed a disposizione degli ospiti che hanno avuto così occasione di soddisfare ogni curiosità in merito a questa tipologia di vino.
Si è amabilmente disquisito sui metodi di produzione, sul tipo di uve impiegate, sulle vinificazioni e soprattutto sul tempo di contatto delle bucce con il mosto, caratteristica primaria da cui derivano le diverse sfumature di rosa e tra le curiosità più ricorrenti degli appassionati intervenuti. Fare qualche nome rappresenta la classica situazione del fare torto agli altri, tutti comunque meritevoli.
Tra i banchi d’assaggio ho trovato il sempre piacevole incontro con bottiglie già degustate insieme a nuove sorprese capaci di accattivarsi il favore del pubblico. E’ il caso di “Cerasuolo Hedòs” della Cantina Tollo una vecchia e sempre apprezzata conoscenza, “vicina di banco” della cantina Tenuta Ulisse che ha proposto dei vini accattivanti e di facile approccio, tra cui il “Merlot Rosè Terre di Chieti Unico”.
Dalla Calabria la Cantina Senatore ha proposto l’ottimo “Eukè” mentre la Campania è stata ben rappresentata dal “Costa d’Amalfi” della Cantina Marisa Cuomo e da Feudi di San Gregorio, che ha proposto un ottimo “Dubl Rosato Brut” metodo classico ottenuto da uve Aglianico. Per l’Emilia Romagna molto accattivante il progetto Cantine della Volta, che nobilita il Lambrusco (di Sorbara) impiegandolo in un piacevolissimo “Lambrusco di Modena Brut Rosè”.
L’espressione della Franciacorta è notevole anche tra i rosati, con i prodotti delle Cantine Barone Pizzini e Ferghettina a rappresentare degnamente la Lombardia insieme al “Cruasé 2009” della Cantina F.lli Giorgi, metodo classico da uve Pinot Nero in purezza, risultato in cima alle preferenze espresse dai presenti e tramite votazione online.
Se però dovessi scegliere un solo produttore, ma senza togliere nulla agli altri, non esiterei un attimo a rivolgere le mie attenzioni ai prodotti della Cantina Leone de Castris e nello specifico al suo “Five Roses 69° anniversario”, novanta per cento Negramaro con chiusura di Malvasia nera, pluridecorato nelle sue diverse annate e primo rosato italiano ad essere commercializzato nel 1943, segno che anche i rosati la loro tradizione ce l’hanno.
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Concordo pienamente Luca. Il "Five Roses 69° anniversario" è notevole… Drink Pink! 😉
Tra "ubriaconi" cioè, volevo dire "intenditori", ci si capisce subito ;o) Ciaooo