Una famiglia (di origine austriaca) che da oltre 7 generazioni si impegna con passione, professionalità e competenza nel trasformare prodotti agricoli coltivati in Umbria per ottenere prodotti di grande qualità e tradizione. Il press tour organizzato in occasione dell’edizione 2017 dell’Umbria Jazz, quest’anno supportato da “Mastri Birrai Umbri”, mi ha consentito di dare finalmente un volto alle persone che da tempo lavorano le olive per creare un olio (o meglio, un’intera gamma) che sempre più spesso finisce sulla mia tavola. Persone semplici che quotidianamente studiano per trovare nuove soluzioni che consentano di sfruttare al meglio il potenziale delle materie prime di una terra generosa.
Farchioni ormai oltre ad esser sinonimo di famiglia lo è anche di azienda, che si occupa principalmente di olio ma anche di birra, vino e farina, e probabilmente in futuro di tante altre cose, perché i componenti della famiglia, da papà Pompeo ai suoi figli, sono sempre proiettati verso nuove sfide (da vincere, of course). Due giorni molto intensi, dalla prima visita, quella presso l’oleificio, che mi ha permesso di scoprire una straordinaria organizzazione produttiva, e di capire come effettuare una degustazione di olio extra vergine, con tutte le sue fasi (qualcuna anche bizzarra dal punto di vista sonoro), per notare e carpire sfumature che troppo spesso sottovalutiamo.
Ma i punti di forza di questa azienda in costante ascesa sono tanti, uno su tutti la “personalità”: nel fare scelte particolari, che nella maggior parte dei casi non si piegano alle mode del mercato. Mi riferisco in particolare alla produzione di birre artigianali a marchio “Mastri Birrai Umbri”, ottenute lavorando malto, frumento e legumi esclusivamente coltivati in Umbria, e che presto avranno una nuova e tecnologica casa nel nuovo stabilimento produttivo. Un’altra importate sfida è stata raccolta dalla famiglia Farchioni nell’ambito della produzione del vino: Sagrantino, Grechetto e delle interessantissime bollicine, vini ottenuti con il lavoro di una equipe d’eccellenza, ma anche grazie ai sacrifici dettati dalle condizioni ambientali ed atmosferiche, che in alcuni casi hanno portato a dover lavorare le uve nel cuore della notte. La visita alla cantina delle “Terre de la Custodia” ci ha permesso di ammirare le botti, le riserve, le bottiglie più preziose, ma anche di scoprire aneddoti e piccoli accorgimenti che stanno consentendo a questo gruppo di appassionati d’ottenere grandi risultati in pochissimi anni.
La cena, che ha chiuso la prima giornata del tour, ci ha fatto innamorare della torta al testo e dei salumi, ci ha sorpreso con un buonissimo risotto allo zafferano, e coccolato con le caramelle di pasta all’uovo farcite di faraona e tartufo con burro fuso, il tutto naturalmente accompagnato dai “vini della casa”, etichetta che in questo caso ha assunto un’accezione particolarmente nobile grazie al Sagrantino. Secondo giorno all’insegna della ruralità: jeep, escursioni su strade accidentate, intere distese di malto, orzo, grano e tanto altro. Panorami magici ed un pranzo a Costa Cilia all’insegna dei sapori più autentici, tra salami, salsicce, pizze rustiche, porchetta e tante altre delizie. La sera libero sfogo alla parte creativa e culturale del tour, con la splendida esibizione di alcuni importanti cantautori italiani (su tutti Gino Paoli), che hanno omaggiato il grande Luigi Tenco con interpretazioni personali e sorprendenti dei suoi capolavori.
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