Le attività dell’Ais Roma ripartono come forse meglio non si poteva. Nella serata dell’ 11 marzo presso i nuovi spazi associativi dell’Hotel Radisson Blu si è svolta la prima degustazione di un calendario che si annuncia ricco e innovativo.
A tenere a battesimo il nuovo percorso degustativo è stata l’Azienda Castello Monsanto, tra i capisaldi della viticultura italiana nonché Cantina di riferimento per quanto riguarda l’universo Chianti. A condurre la verticale, storica sia per le annate in degustazione che per la delegazione Romana dell’AIS, è stato Armando Castagno che ha saputo imprimere già da questo evento un’impronta rinnovata per un’associazione in grado di essere oggi ancor più coinvolgente.
Castagno, tra i migliori relatori di sempre dell’associazione, ha guidato gli appassionati in un viaggio che attraverso le vicende dell’azienda ha rivisitato la storia del Chianti. Un’esperienza intensa, grazie anche alla presenza di Laura Bianchi e Francesco Guazzugli Marini che hanno saputo trasmettere l’amore e la passione con la quale la famiglia porta avanti l’attività attraverso le generazioni.
L’azienda di Barberino d’Elsa (FI) nasce nel 1960 ad opera di Aldo Bianchi, che innamoratosi degli splendidi luoghi acquista i terreni a quei tempi destinati al pascolo delle pecore ma è nel figlio Fabrizio che si rivela la passione dei vini, anche grazie alle influenze ereditate della nonna piemontese.
E’ proprio alla infaticabile passione di Fabrizio e della moglie Giuliana che “Castello Monsanto” vede la sua nascita vera e propria. Lo spirito innovativo di Fabrizio lo porta a scelte ed intuizioni che si riveleranno poi essere all’avanguardia e punto di riferimento per l’intero movimento del Chianti: fu ad esempio lui a concepire il primo Chianti Classico da singolo cru (singola vigna) con “Il Poggio 1962”.
Oggi l’azienda si distende su 72 ettari di vigneto coltivati prevalentemente a Sangiovese, distribuito su 40 vigne vinificate separatamente. Dispone di una cantina unica nel suo genere, un tunnel di 300 metri dove trovano posto 1300 barriques e 130.000 bottiglie di storico delle proprie annate di produzione(!!!).
Sicuramente luogo di grande bellezza e desiderio per ogni appassionato delle cose enoiche. Numeri impressionanti ma che non appiattiscono una produzione di bottiglie di estrema qualità che vede ne “Il Poggio” una “classico riserva” simbolo dell’intera docg, nonché scelta che non conosce delusione in fatto di Chianti.
La verticale si è sviluppata attraverso la degustazione di nove millesimi del “Fabrizio Bianchi” un vero e proprio viaggio nella storia del Sangiovese, arricchito dalla lettura di Armando Castagno in uno stile coinvolgente senza spazio per sterili ridondanze, e dalle emozioni sincere di Laura Bianchi che ha trasmesso ai presenti il vero amore per la natura.
Nove i millesimi del “Fabrizio Bianchi”, vino allora precursore ed uscito nella prima versione come vino da tavola 1974 – 1975 – 1986 – 1988 – 1990 – 1995 – 1997 – 1999 – 2006. I vini tutti in ottima forma hanno saputo regalare momenti emozionanti con un grandissimo ’86 a mio avviso strepitoso.
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