di Bruno Fulco
Che il vino abbia radici antichissime nel nostro paese è cosa nota: conosciamo tutto dell’antica enotria, di etruschi e romani e di tutti i passaggi che hanno portano il magico nettare ad essere la presenza che dona allegria alle nostre tavole imbandite.
Pensare al legame tra il vino e le nostre tradizioni è sempre qualcosa di emozionante, ma quando si ha la fortuna di fare certi incontri l’emozione si trasforma in un’esperienza a cavallo dei secoli.
Nella consueta cornice dell’AIS all’Hotel Cavalieri questa sensazione si è materializzata con la figura del Marchese Lamberto Frescobaldi, a rappresentare l’Azienda omonima che produce vino dal 700 anni. Tante volte ci capita di leggere “claim” pubblicitari a base di date del tipo “produttori sin dal ….” che hanno lo scopo di indurre nel consumatore un’enfasi basata sull’esperienza maturata nella tradizione, ma ben diverso è quando ad una data sentiamo associare figure che incarnano la cultura Italiana e ne rappresentano il valore artistico nel mondo.
L’attenzione si fa più profonda per una dinastia vinicola la cui storia ha inizio intorno all’anno mille ed oramai è alla 31ma generazione. E allora dunque come nelle favole: C’era una volta nella Firenze medievale la famiglia dei Frescobaldi, dedita all’attività bancaria, e tesorieri della corona Inglese, nonché protagonista della vita politica ed economica della città attraverso il finanziamento di opere pubbliche tutt’ora tra le perle architettoniche di questo luogo simbolo dell’arte italiana.
Finanziano la costruzione del Ponte Santa Trinità sull’Arno nonché la Basilica di Santo Spirito. Ma le notizie storiche non si fermano qui e scopriamo allora che nel XIV secolo Dino Frescobaldi, poeta del Dolce Stil Novo, fu amico di Dante recuperando per lui durante l’esilio i primi canti della Divina Commedia, consentendo al Sommo Poeta di continuare la sua opera. In questa ambientazione il vino si eleva dallo status di prodotto agricolo e lambisce quello di arte.
La degustazione prosegue impreziosita da aneddoti che il Marchese Lamberto Frescobaldi ci regala: veniamo così a sapere che già agli albori dell’attività vinicola nella Tenuta di Castiglioni in Val di Pesa, i vini della famiglia Frescobaldi annoveravano tra gli estimatori celebrità artistiche del calibro di Donatello o Michelozzo Michelozzi, così come documenti storici ne segnalano la presenza a partire dal 1400 nelle imbandite tavole Papali sotto il pontificato di Leone X o nei banchetti reali alla corte di Enrico VIII.
E’ emozionante pensare di bere un calice di vino che è la diretta evoluzione di quello che nei secoli ha deliziato cotanti personaggi; i loro vini sono oggi il frutto di uno sviluppo innovativo ma nel segno della tradizione.
Tra i primi ad introdurre in Toscana Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero e Chardonnay sin dal 1855 nelle tenute di Pomino e Nipozzano, spaziano poi in diverse zone della Toscana con l’acquisizione delle tenute Castelgiocondo e Luce della Vite in quel di Montalcino fino al controllo della Tenuta dell’Ornellaia a Bolgheri.
L’ultima apertura del 2011 è relativa alla cantina dell’Ammiraglia in Maremma, struttura veramente innovativa, capace nel pieno rispetto del territorio di fondere il design avveniristico con l’ambiente circostante con il quale si fonde alla perfezione . La tenuta dell’Ammiraglia segna la conclusione di un percorso storico, architettonico e tecnologico che parte dal Castello di Nipozzano, roccaforte dell’anno mille nell’omonima tenuta situata nel territorio del Chianti Rufina, passa dal Castello della Tenuta di Pomino e raggiunge le tenute di Castelgiocondo a Montalcino e della Tenuta di Castiglioni in Val di Pesa. Tanti i vini della produzione Marchesi de’ Frescobaldi, divisi per diverse linee che soddisfano le differenti richieste dei consumatori mantenendo elevati gli standard qualitativi. Tra quelli in degustazione il “Nipozzano 2006” prodotto nell’omonima tenuta.
Bere un vino già gradito agli artisti del rinascimento, seppur naturalmente tutt’altra cosa, mi ha creato un piacevole coinvolgimento: da appassionato di vino è stata veramente una “chicca” che ha unito la piacevolezza nel bicchiere all’immenso bagaglio culturale che il vino porta con se e che rappresenta il motivo che me lo rende così interessante.
Nipozzano significa senza pozzo, cioè carente d’acqua, caratteristica che insieme alla giacitura dei vigneti lo rende territorio ideale per la vite, in grado così di produrre questo splendido Chianti Rufina Riserva. Vino molto longevo, basti pensare che in cantina sono presenti bottiglie del 1864 ancora perfette, ma che non disdegna di essere bevuto giovane.
Un grande Chianti nella sua elegante tipicità, impersonata in un fruttato delicato che progredisce nel gusto con il suo fine corredo aromatico, mantenendo quella piacevole acidità che non lo abbandona nemmeno se sottoposto a lungo invecchiamento.
Anche l’espressione della Tenuta di Pomino è tra quelle che sottolineo piacevolmente infatti il “Pomino Benefizio” è un grande bianco che viene prodotto con uve Chardonnay dal 1973: anche in questo caso la peculiarità del territorio, con vigneti a 700 metri di altitudine, assicura a questo vino un corredo aromatico unico con note che spaziano dal fungo al sottobosco.
E’ stato il primo bianco italiano fermentato in barrique, il cui impiego è perfettamente integrato nella resa finale arricchendone la finezza senza marcarlo. La degustazione dei vini dei Marchesi de’ Frescobaldi per forza di cose è stata unica nel suo genere, viste le particolarità di questa Azienda che ha attraversato la storia portando fino a noi il suo corredo secolare.
Uscendo dall’Hotel Cavalieri una sola domanda mi balenava nella testa: chissà cosa avrebbe detto Donatello del Nipozzano 2006!
Marchesi de’ Frescobaldi: Sito Ufficiale
Molto interessante il tuo post!
Il mondo del vino, che sto scoprendo piano piano, è davvero interessante! Buona giornata
E' un po' che non passavo a salutarti…sempre molto interessante quello che posti!! Complimenti Luca!!
Ciao Sara, come stai? Io non vado su altri blog da tempo purtroppo, sono sempre di corsa. Oggi vengo a fare un giro sul tuo blog, domani ho una cena e cerco ispirazione :o) Ciaooo
Ciao Luca che storia interessante…buon w.e.
Il vino è veramente incredibile: ogni bottiglia contiene sacrifici, tecnica, storia, esperienza. E' un belo mondo! Buon weekend
Luca grazie per aver condiviso questo interessantissimo post! e ti auguro anche un bel w.e.!! a presto, Clara
Ciao Clara, graze e soprattutto buon weekend :o) Ciaooo
che interessanti questi articoli sul vino. complimentissimi
Grazie Paola, le "storie del vino" sono sempre interessanti :o) Ciaooo