di Bruno Fulco
L’appuntamento stagionale romano con i “Vignaioli di Langa e Piemonte” organizzato da Tiziana Gallo, anche per questa edizione ha proposto agli appassionati di questo meraviglioso territorio un ventaglio di referenze entusiasmanti. Il Protagonista assoluto è sempre lui, il Nebbiolo, perla ampelografica del vigneto italiano dalla finezza senza pari nella complessità del suo corredo gusto olfattivo. Ma la viticultura di Langa non si esaurisce qui, rafforzata nella sua importanza dalla presenza dei bianchi niente affatto semplici comparse, nell’occasione con alcune produzioni di elevato standard qualitativo.
C’era anche la Nocciola, altra protagonista della gastronomia Piemontese, riconosciuta come la migliore al mondo e rigorosamente marcata IGP, proposta dalla Cooperativa Corilanga nei diversi formati di utilizzo compresa la golosissima pasta cremosa. Di qualità anche le diverse possibilità alimentari in accompagnamento alla degustazione. A fare gli onori del territorio di casa ci ha pensato “D.O.L di Origine Laziale” progetto di valorizzazione dei prodotti regionali. Nei suoi locali di Centocelle esplode tutta la potenzialità di questa terra come non si era mai visto prima d’ora, rivelando una sorprendente varietà di prodotti rigorosamente made in Lazio. Le selezioni di salumeria e formaggi presentate nell’occasione, invitano senz’altro ad approfondire i meandri gastronomici di una regione troppo spesso sottovalutata.
Rispettando rigorosamente l’ordine di degustazione si parte dagli spumanti, che in Langa si traducono quasi sempre in Moscato d’Asti. Questo prodotto curiosamente mai abbastanza apprezzato in Italia, si prende la sua rivincita all’estero dove fa la sua bella figura tra le preferenze dei consumatori, attestandosi sulla piazza d’onore tra prosecco e franciacorta, confermandosi come uno dei vini italiani più venduti ed apprezzati al mondo. Niente male il Moscato d’Asti Docg proposto dall’Azienda Agricola Adriano Marco e Vittorio, dal naso di erbe aromatiche e frutta estiva che si sposa perfettamente al panettone. La Cantina Dogliotti 1870 oltre alla classica versione dolce, presenta anche il “Selezione di Erik” che, vinificato cedendo una parte degli zuccheri, può essere un ottimo abbinamento anche con diversi antipasti. Tra gli altri bianchi da sottolineare il Riesling della Cantina G.D. Vajra, vino che, sebbene impossibilitato per motivi geologici a rivaleggiare con i suoi colleghi teutonici, si presenta estremamente fine e di grande eleganza. Una citazione va anche al Langhe Favorita, da omonimo vitigno, proposto dall’Azienda Agricola Cà ed Balos, di approccio immediato frutta e fiori freschi, sapido e di persistenza agrumata.
Anche i prodotti dell’ Azienda Agricola Cieck sono tra quelli che rimangono in memoria. Il vitigno utilizzato è l’Erbaluce di Caluso con cui vengono prodotti gli ottimi “T” e “Misobolo” ma che si eleva nelle versioni spumantizzate con il “Calliope”, metodo classico che l’uso del legno rende leggermente più strutturato e il più snello “San Giorgio”, sentori di lievito e delicato bouquet floreale con richiami di frutta bianca, veramente gradevole, da utilizzare a piacimento su piatti poco strutturati oltre che come aperitivo.
Virando sui rossi la proposta di degustazione si fa addirittura debordante. Veramente innumerevoli i prodotti degni di attenzione a testimonianza di un territorio completamente vocato alla qualità estrema. Tra le presenze ha veramente poco senso fare troppi distinguo. Cantine come G.D. Vaira, Cavallotto, Giuseppe Cortese, i Fratelli Serio e Battista Borgogno, Castello di Verduno, Giacomo Fenocchio, Rinaldi e Giacomo Borgogno, non meritano di essere messi in fila. Compito da lasciare volentieri alle guide, ma sterile esercizio per una giornata all’insegna della passione per il vino. Tuttavia al cuor non si comanda e quello che può rimanere sono le predilezioni personali. In questo senso le mie spaziano dal grande Barbaresco di Giuseppe Cortese al Barolo Bussia di Giacomo Fenocchio, fino al Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe di Cavallotto. Mostri sacri o quasi, ma accanto a questi anche altri tipo Carussin con le sue ottime Barbera che incorporano la simpatia della signora Bruna, o La Biòca con l’ottimo Dolcetto d’Alba La Ricciaia. Cantine da tenere d’occhio per il futuro.
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