E’ vero, è passato un po’ di tempo dal mio viaggio a Milano per prender parte per la prima volta ad “Identità Golose“, ma è stata un’esperienza fantastica per un appassionato come me, ed ho quindi deciso di raccontare in breve quella domenica di inizio febbraio.
Avevo letto e riletto il programma, perché a causa dell’incredibile numero di interventi e cooking show di chef stellati in programma nella prima giornata dell’edizione 2013, volevo cercare d’assistere a quelli che ritenevo più interessanti cercando comunque di trovare un po’ di tempo da dedicare agli stand delle grandi aziende presenti in sala.
Ho quindi assistito all’intervento di Massimiliano Alajmo, il più giovane tri-stellato italiano, che ha parlato di nuove tecniche di cottura, che mi hanno davvero incuriosito, e di un nuovo impasto per la pizza, che invece non mi ha per niente entusiasmato.
Ma procediamo con ordine. Dopo l’intervento d’apertura dell’edizione 2013 da parte del fondatore di Identità, Paolo Marchi, Francesca Barberini, volto noto del Gambero Rosso, ha introdotto Alajmo, che ha presentato alcuni interessanti piatti, realizzati attraverso un innovativo metodo di “cottura”: gli alimenti vengono messi in un sacchetto con acqua e pochissimo sale, quindi messi sottovuoto ed infine fatti riposare in frigo, per un lasso di tempo importante, anche di 16-18 ore, per permettere all’azione combinata di acqua e sale di cuocere gli alimenti. Attenzione, è comunque una cottura relativa, le verdure che ho potuto assaggiare infatti erano molto croccanti, ma è innovativo come metodo e credo meriti attenzione.
Non mi è piaciuto invece il discorso sullo studio di un nuovo tipo di pizza, cotta a vapore, già pronta prima del servizio serale per essere poi condita e portata al cliente in pochi minuti. Tutto questo per motivi di praticità gestionale e digeribilità. Tutto ok, ma non chiamatela pizza, per favore.
Concluso questo primo intervento, ho iniziato a girare tra gli stand, incontrando e salutando vari operatori del settore, giornalisti, chef, amici blogger. Ho potuto assaggiare la pasta preparata da Davide Scabin (buona ma pensavo di restar folgorato, e non è stato così), ho mangiato la pizza di Renato Bosco (deliziosa, condita con fiori di campo, un sapore sorprendente), ho chiacchierato con Sara Papa, incontrato alcuni concorrenti di Masterchef, bevuto molti vini differenti ed assaggiato vari salumi e dolcetti.
Il regno dell’eccellenza, un luogo magico per gli appassionati, una passeggiata obbligatoria per chi vuole capire lo stato di salute del mondo del food, rappresentato in tutte le sue forme. Ecco, forse vi ho parlato tardi di questo esperienza, ma volevo farlo. Probabilmente Identità diverrà un appuntamento fisso nella mia agenda, per continuare ad apprendere, conoscere, assaggiare, scoprire.
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giù le mani dalla pizza! bel reportage. a presto mony