In Italia, sesto Paese al mondo per consumi totali di gin, il gin artigianale scozzese è sempre più popolare. Nel 2021, il Regno Unito ha esportato verso il Bel Paese 94.000 ettolitri di gin, per un valore stimato di circa 48,9 milioni di euro: secondo le stime, l’80% della produzione britannica di gin è legata alla Scozia, grazie alle oltre 50 le micro-distillerie (fino a nove addetti) che producono più di 100 varietà di gin artigianale
Secondo il “Gin Market Report 2021”, pubblicato ad aprile 2022 da Market Statsville Group, società specializzata in ricerche di mercato, nel 2021 il mercato globale del gin aveva un valore di 14 miliardi di dollari, cifra che potrebbe raggiungere i 18,6 miliardi di dollari entro il 2027, con un tasso annuale di crescita del + 4,9%. Il distillato ottenuto dalla fermentazione di frumento e orzo, a cui si aggiungono botaniche, è molto popolare e apprezzato anche in Italia: secondo il Consumer Market Outlook di Statista, società statunitense di Research & Analysis, l’Italia è al nono posto al mondo per consumo pro-capite di gin e al sesto posto al mondo per consumi totali, con 8,5 milioni di litri di gin all’anno.
Il Gin di Scozia
Uno dei mercati da cui l’Italia si approvvigiona maggiormente è la Scozia: a confermarlo sono i numeri (elaborazioni di dati ISTAT) resi noti da Scottish Development International, l’agenzia governativa che promuove i rapporti commerciali tra la Scozia e i mercati esteri, in settori prioritari, come quello del food & beverage. Nel 2021, il Regno Unito ha esportato verso il Bel Paese 94.000 ettolitri di gin, per un valore stimato di circa 48,9 milioni di euro: parliamo di una quota del 73% a volume e del 58% a valore sul totale del gin importato in Italia. Si stima che l’80% della produzione britannica di gin sia legata alla Scozia.
Proprio con l’obiettivo di promuovere la cultura del gin artigianale scozzese, Scottish Development International ha partecipato al Roma Bar Show al Palazzo dei Congressi di Roma: nel corso della due giorni del più importante evento italiano dedicato all’industria del beverage e al mondo della mixology, Scottish Development International ha proposto due masterclass a tema gin.
Come spiega Claudio Sinibaldi, Direttore dell’Ufficio Italiano di Scottish Development International, presso il Consolato Generale del Regno Unito a Milano, «A Roma abbiamo presentato una selezione di dieci tra i migliori gin artigianali scozzesi. Vogliamo sottolineare che il settore della distillazione in Scozia non è solo legato alla produzione di Scotch Whisky, ma da secoli fonda le sue radici anche nella produzione di gin. La mania scozzese per il gin risale almeno al 1700, quando dai Paesi Bassi arrivavano al porto di Leith il genever olandese e le spezie. Già nel 1777, nella sola Edimburgo si contavano otto distillerie legali, affiancate da 400 alambicchi non registrati. Attualmente, da Newton Stewart, nel Sud della Scozia, a Unst, la più settentrionale delle Isole Shetland, sono più di 50 le distillerie scozzesi specializzate nella produzione di gin, per un totale di oltre 100 varietà artigianali di gin. Nella stragrande maggioranza dei casi, i produttori sono piccole realtà, con un numero di occupati compreso tra 0 e 9 unità. Se si considera la totalità della produzioni di spirit, includendo anche whisky e vodka, nel giro di meno di un decennio, a partire dal 2010, le distillerie artigianali scozzesi sono quasi triplicate, passando da 80 nel 2010 a 210 nel 2017».
«Il compito di Scottish Development International, che dal 2018 opera in Italia, è quello di facilitare la conoscenza e l’esportazione dell’eccellenza scozzese nel mondo – continua Sinibaldi -. Storia, artigianalità e legame con il territorio: sono i concetti chiave che sintetizzano la produzione scozzese di gin. La Scozia vanta competenze uniche nell’arte della distillazione: lavoriamo quotidianamente con importatori, distributori ed aziende della trasformazione per facilitare la selezione di produzioni uniche. Il messaggio che vogliamo veicolare a Roma Bar Show è che l’identità scozzese nel settore degli spirits non può fermarsi allo Scotch. Si estende alla produzione di gin e alla distillazione di cereali più in generale».
I Gin in degustazione
Queste le distillerie che hanno affiancato Scottish Development International al Roma Bar Show: The Secret Garden Distillery; Edinburgh Gin Distillery; The House of Botanicals; Shetland Reel Distillery; Dunnet Bay Distillers; Porter’s Distillery; Beinn An Tuirc; BrewDog Distilling; Arbikie; Isle of Harris Distillery. A queste realtà, nelle vesti di special guest e ambasciatori del gin scozzese, si affiancheranno Tanqueray e Hendrick’s.
Ad accompagnare gli operatori di settore e gli appassionati di mixology nel viaggio ideale alla scoperta della tradizione scozzese del gin c’è stato Pino Perrone, spirits sommelier e giudice internazionale in concorsi come Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles e International Sugarcane Spirits Awards, nonché curatore di tre libri sul whisky. Spiega Perrone: «La Scozia, patria dello scotch whisky, è indissolubilmente e storicamente legata alla produzione di gin. Alcuni leggi atte a penalizzare quest’ultimo hanno avuto forti ripercussioni anche sul primo. Questo legame fra i due spirits è più forte di quanto si possa immaginare: possiamo affermare che se il whisky è il re dei distillati in Scozia, il gin merita senza dubbio l’appellativo di reGINa».
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