Fortunatamente, nel tempo, questa abitudine di chiamare gli splendidi prodotti Franciacorta “lo Champagne Italiano” sta venendo meno. Forse poteva essere utile negli anni ’70–’80, quando i coraggiosi imprenditori di allora con grande intraprendenza decisero di puntare con decisione su questa tipologia di vino non curanti della vicinanza dei cugini francesi, icone di riferimento nel mondo delle bollicine.
Ad oggi questa definizione risulta ampiamente riduttiva per un territorio (e una tipologia di vini) che negli anni ha saputo conquistare una sua identità ben definita, al punto da, come avviene solamente per Marsala e Asti in Italia, veder riconosciuta dalla UE la possibilità di indicazione senza altri termini di specificità del prodotto: in pratica non serve dire spumante ma basta dire “Franciacorta”, privilegio concesso solamente alle vere eccellenze così come avviene per lo Champagne.
Un blasone frutto del duro lavoro e dello sforzo nella qualità estrema, un’identità forte e definita, che rende oggi fuori luogo ogni accostamento con altre espressioni della viticultura e che nella sua inarrestabile crescita ha incontrato il gusto di un sempre maggior numero di appassionati.
Riprova di questa realtà è stata la tappa conclusiva del “Festival del Franciacorta itinerante” che si è svolta a Roma in collaborazione con l’AIS, il 18 novembre presso l’Hotel Cavalieri Hilton. Al Seminario di approfondimento ha fatto seguito l’imponente degustazione, con la presenza tra i banchi d’assaggio di 45 delle 105 cantine associate al consorzio che insieme raggiungono un totale di 2800 ettari vitati dedicati alla produzione di Franciacorta DOCG.
I numeri delle presenze all’evento sono dimostrazione di come oramai i Franciacorta abbiano raggiunto un’ampia penetrazione in un pubblico sempre più vasto e variegato, che nell’occasione ha potuto degustare alcuni tra i migliori prodotti del consorzio suddivisi nelle tipologie Franciacorta Brut, Pas Dosé, Satèn, Riserve e Millesimati.
Nell’occasione perdersi in graduatorie e classifiche sarebbe veramente un esercizio riduttivo vista l’alta qualità generale dei prodotti in degustazione, in grado di dividere solamente per le inclinazioni del gusto personale. L’evento ha evidenziato una volta di più il grande lavoro di comunicazione svolto dal consorzio Franciacorta, sempre mirato alla trasmissione dei suoi valori e alla comunicazione del prodotto nelle sue peculiarità direttamente al popolo dei suoi consumatori, senza tralasciare il legame con chi di questi prodotti ne veicola la cultura, come l’AIS ed i suoi sommelier.
Nulla è lasciato al caso basta dare un’occhiata al sito del consorzio (www.franciacorta.net) veramente bello e concepito sia per un appassionato che per chi desidera appassionarsi.
Le 45 cantine presenti:
Antica Fratta, Azienda Agricola Fratelli Berlucchi, Barone Pizzini, Bellavista, Berlucchi Guido, Bersi Serlini, Borgo La Gallinaccia, Bosio, Ca’ del Bosco, Camossi, Cantina Chiara Ziliani, Castello Bonomi, Castello di Gussago La Santissima, Castelveder, Cavalleri, Cola Battista, Colline della Stella, Contadi Castaldi, Corte Bianca, Corte Fusia, Derbusco Cives, Ferghettina, Franca Contea, Gatti Enrico, Il Mosnel, La Montina, Lantieri de Paratico, Le Marchesine, Le Quattro Terre, Lo Sparviere, Mirabella, Monte Rossa, Montenisa, Ricci Curbastro, Riva di Franciacorta, San Cristoforo, Solive, Tenuta Ambrosini, Tenuta Montedelma, Uberti, Vezzoli Giuseppe, Vezzoli Ugo, Vignenote, Villa Crespia-Muratori, Villa Franciacorta
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