Il mio rapporto con Via Veneto, il luogo della “Dolce Vita” capitolina, ha vissuto più fasi: in un primo momento la mia conoscenza era limitata alle ambientazioni dei film d’epoca; poi con il trasferimento a Roma è divenuta una affascinante passeggiata tra luci, alberghi di prestigio e l’immancabile caos cittadino; ora ha trovato una nuova dimensione, quella di distretto gastronomico di lusso che possa toccare con mano quando recensisco i ristoranti dei grandi alberghi qui situati. La più recente scoperta è quella relativa all’Hotel Majestic, storico riferimento di Via Veneto, un luogo incredibile per eleganza e cura del dettaglio per quel che concerne gli arredi. Una atmosfera quasi alla “Eyes Wide Shut” (non da quel punto vista…) tra stucchi, tappeti, poltrone, specchi dalle luccicanti cornici. In contrapposizione alla solennità del luogo, il ristorante è affidato ad uno chef, Alessandro Testa, che con i suoi soli 28 anni è addirittura il più anziano della brigata che gestisce. La forte curiosità legata alla scelta di dar fiducia alle giovani leve mi ha portato a provare alcuni tra i piatti in carta. L’accoglienza del personale di sala è di grande livello: ci sono professionalità, preparazione, premura, un mix vincente soprattutto quando la gestione della cena non è caratterizzata da un atteggiamento ingessato o troppo pressante.
La sala è naturalmente contraddistinta da tanta eleganza, riscontrabile nelle sedute, nei lampadari, negli specchi, in ogni singolo elemento presente e scelto per creare una atmosfera all’altezza della struttura che ospita il ristorante. Alla luce del percorso culinario che mi attende, scelgo assieme al sommelier un vino che possa accompagnare in modo stimolante i piatti, ed optiamo per un Fiano Vadipietri, che si rivelerà non eccessivamente floreale o aromatico, ma minerale e sapido. Il benvenuto dello chef è un “Sashimi di orata con semi di chia, soia all’arancio e cannolo siciliano”, un goloso boccone, delicato, con un piacevole retrogusto d’agrumi. La cena prosegue con gli antipasti: prima lo “Sgombro affumicato, gelato al pinolo e caramello agli agrumi”, piatto caratterizzato dall’ottima consistenza dello sgombro, da una affumicatura non eccessiva e da un bel gioco di temperature grazie al gelato al pinolo che riesce ad equilibrare l’intensità del sapore del pesce. È poi il turno della “Porchetta di coniglio al curry di Madras e semi di finocchio”: carne morbida, una glassa golosa, il sapore aromatico, quasi rustico, completato dalla piacevole dolcezza della carota. Mi colpisce la capacità dello chef Testa di creare piatti di carattere proponendoli però con forma e sostanza perfettamente in linea con lo stile del Majestic. Menzione d’obbligo per un vero e proprio valore aggiunto, cioè la temperatura del piatto (la stoviglia, non la carne), calda al punto giusto.
Giunto ai primi, opto per un risotto che è sempre un interessante banco di prova per la brigata di cucina, e la scelta anche in questo caso mi soddisfa, perché il “Risotto ortica, ‘nduja, gambero viola e burro bretone” è servito con una strepitosa cottura del riso, una grande mantecatura ed un ottimo sapore complessivo, forse solo un po’ troppo piccante. Il secondo porta in tavola un grande classico, l’astice, abbinato però ad una serie di elementi lavorati con cura, per dar vita al piatto “Astice al vapore, terra di patata viola, salsa alla catalana e basilico ghiacciato”, una ricerca di sinergia tra le consistenze, con una salsa davvero intrigante e la perfetta cottura del protagonista del piatto. Nel frattempo ho cambiato vino, passando al Pecorino Torre dei Beati, altra scelta che si rivela felice, un prodotto complementare alle proposte culinarie. La chiusura è affidata allo “Stinco di agnello ripieno di cannolo, mousse di nocciola e riduzione al Marsala e rape fritte”, la ricostruzione di uno stinco, ottenuta disossando l’animale, cuocendo la carne, avvolgendola ed inserendo al centro un cannolo riempito con una mousse di nocciola per richiamare il sapore del midollo, con le rape che hanno il compito di donare sapidità al tutto. C’è sicuramente tanto lavoro dietro un’idea di questo tipo ed il riscontro del palato non tradisce le attese.
Lo spazio dedicato ai dessert mi permette di provare una “Cheesecake con cocco e frutti rossi” servita in barattolo e di pregevole fattura, oltre a delle “Frappe” fritte in modo corretto e dei golosi cioccolatini da fine pasto, un lavoro di pasticceria eseguito da mani esperte. Gusto i dolci con un assaggio di Verduzzo friulano e mi rendo conto di aver scoperto una cucina molto interessante, una carta strutturata con idee seguite da un grande lavoro per riuscire a far coesistere nel migliore dei modi la forza, a tratti irruente, e la passione di una giovanissima brigata piena di passione e voglia di fare e la necessità di portare in tavola piatti che possano sposare lo stile dell’Hotel Majestic. Probabilmente un posto non per tutti, ma sicuramente indicato per una cena speciale, per un evento, per regalarsi un momento di grande valenza enogastronomica in uno scenario unico.
Hotel Majestic
Via Vittorio Veneto 50
Tel. 0642144715
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