Ci sono serate dalle quali sai perfettamente cosa aspettarti, per tutta una serie di motivi, ma ci sono anche serate a dir poco sorprendenti, che ti permettono di venire a contatto con persone, luoghi, realtà del tutto particolari e delle quali ignoravi il fascino sino a pochi istanti prima. Pochi giorni fa mi è accaduto di partecipare ad una serata “sorprendente”: l’invito ricevuto dall’Ambasciata della Lettonia mi aveva incuriosito perché conosco poche cose di questo paese, e sono sempre affascinato dalla storia di nazioni che in epoca recente hanno acquisito l’autonomia liberandosi da regimi di altri paesi.
L’Ambasciata è situata in un palazzo di prestigio in una bella zona di Roma, e l’Ambasciatore Artis Bertulis è una persona molto alla mano. Spigliato, sorridente, innamorato dell’Italia e, naturalmente, del suo paese, ha intrattenuto me e gli altri ospiti con alcune informazioni di natura storica ma anche parlandoci dell’enogastronomia della Lettonia, un ambito radicalmente trasformato dai cambiamenti politici e dalle nuove opportunità che si sono presentate.
Dal prosecco al gusto di Rabarbaro al caviale, passando per i primi finger caratterizzati da sapori importanti ma intriganti, la conversazione si è presto spostata su alcune peculiarità della produzione lettone per quanto concerne il vino: il paese Baltico infatti detiene il record per la coltivazione a cielo aperto più a Nord in tutto il mondo (57° parallelo).
Il menu della serata, ideato dal promettente Chef Maris Astics, era intrigante e caratterizzato da ingredienti (Anguilla, Cervo) dal sapore deciso; ero molto di scoprire la lavorazione e gli abbinamenti decisi dallo Chef. Per ogni portata l’intelligente ed interessante idea di abbinare un vino italiano.
La prima portata, la “Varietà di salmoni bio del mar Baltico e uova di quaglia su pane agrodolce“, aprira in maniera decisa la cena: salmone dalla splendida consistenza marinato nel succo di mirtilli, un gioco di contrasti piacevole e stimolante. Altre due portate hanno impressionato il mio palato: la “Varietà di selvaggina con stufato di verza rossa e bacche di ginepro“, con il cervo cotto a 59° per 1 ora, dalla consistenza incredibile, quasi si scioglieva al palato, e la “Millefoglie di pane nero con sciroppo di mirtilli rossi selvatici“, un dolce delizioso e per nulla stucchevole. Una cena che ha messo in mostra le grandi doti dello chef, capace di donare incredibile equilibrio a piatti strutturati su ingredienti dal sapore forte.
Nel corso della cena tante domande allo Chef ma soprattutto all’Ambasciatore, per scoprire la passione per la caccia che hanno i lettoni, ma anche le differenze tra le nuove abitudini alimentare e quelle vecchie, della cucina di “regime”, caratterizzata dalla prevalenza di pochi ingredienti (maiale, patate, crauti). Le foto visionate nella sala per i ricevimenti descrivono una Lettonia verde, pulita, giovane, di una Riga capitale della cultura nel 2014 e prossimamente capitale dell’enogastronomia. Di un paese che ha messo da parte, senza dimenticarlo però, il passato, e che vive il presente costantemente proteso verso il futuro, con la voglia di costruire e sorprendere. In poche parole, un paese da visitare!
Interessante sapevo qualcosa della Lettonia perchè avevo contatti con un amica lettone venuta qui per studi. Qualcosa di estermamente semplice aveva cucinato a casa mia ma giuro che non ricordo…passato un pò di tempo.
Grazie dell\’articolo interessante e buona serata.